BIODIVERSITÀ
Perché la biodiversità è importante?
Oltre ad avere un suo valore intrinseco, la biodiversità fornisce i seguenti servizi ecosistemici:
- Di supporto: formazione di suolo, fotosintesi, cicli nutritivi e flussi energetici alla base della crescita e della produzione
- Di approvvigionamento: cibo, acqua, materie prime, risorse genetiche, risorse medicinali
- Di regolazione: miglioramento della qualità dell’aria, regolazione del clima e dei flussi idrici, depurazione degli inquinanti, prevenzione dell’erosione del suolo
-
Culturali e sociali: benessere psicologico e fisico, opportunità ricreative e turistiche, estetica
Questi servizi fondamentali, spesso dati per scontati, dipendono dalla salute degli ecosistemi naturali, e quindi dal benessere e dall’equilibrio delle comunità di organismi su cui si fondano. Studi scientifici hanno dimostrato che un ambiente ricco in biodiversità ha maggiore capacità di funzionare, produrre risorse e resistere ad eventi avversi. Si tratta di sistemi molto complessi, la cui armonia è stata compromessa da secoli di sfruttamento umano. Porre un freno a questo sfruttamento, tutelando il patrimonio naturalistico e promuovendo soluzioni per uno sviluppo sostenibile rappresenta la più grande responsabilità e la più grossa sfida che l’uomo di oggi ha nei confronti delle generazioni future (la cui stessa esistenza è ormai a rischio).
- Viceversa, la perdita di biodiversità ha terribili conseguenze sul piano:
- Climatico: aumento del riscaldamento globale
- Economico: scomparsa delle risorse essenziali all’agricoltura, all’industria e in generale a tutte le attività umane
- Sociale: conflitti sociali, vulnerabilità a catastrofi naturali, malattie e pandemie. Per concepire l’entità del problema basti pensare che negli ultimi 50 anni la fauna del pianeta si è drasticamente ridotta del 60% a causa delle attività umana e circa 1 milione di specie sono a rischio di estinzione nei prossimi decenni (https://www.iucn.org/regions/europe/our-work/biodiversity-conservation/european-red-list-threatened-species in Europa 1677 su un totale di 15060).
LA BIODIVERSITÀ IN CITTÀ:
Le aree urbane sono in forte crescita e ciò comporta perdita di biodiversità (habitat naturali e specie). Le città inoltre accolgono metà della popolazione mondiale e consumano il 75% delle risorse naturali mondiali (UNEP 2007). E’ possibile ridurre l’impatto di questo fenomeno solo mediante una presa di coscienza e uno sforzo collettivi, tramite la collaborazione fra Istituzioni locali, naturalisti e tecnici ambientali e la partecipazione attiva dei cittadini.
L’ecosistema urbano ospita ancora molte specie di piante spontanee ed animali selvatici (dette “sinantropiche” da syn = assieme e anthropos = uomo) che trovano rifugio negli anfratti degli edifici e nelle aree verdi. L’esistenza di biodiversità in città svolge un ruolo cruciale perchè ha ricadute positive sulla qualità della vita ed il benessere psico-fisico (riduzione delle condizioni di stress fisiologico e psicologico), sulla qualità dell’aria e delle acque, sulla regolazione microclimatica (mitigando le “isole di calore”) e il rischio idrogeologico (frane, alluvioni, inondazioni…), sulla protezione di specie di elevato interesse, sulla cultura, l’economia ed il turismo locale, sull’educazione e la crescita dei giovani, ormai costretti a vivere in realtà degradate e impoverite perdendo il contatto con la natura. Per tutti questi motivi è nostro dovere tutelare la biodiversità urbana.
Come proteggerla...
- Fare pressione sulle Amministrazioni e le Istituzioni locali affinchè le norme già esistenti in materia di conservazione della fauna e della flora vengano integrate nei Regolamenti comunali e applicate regolarmente
- Ridurre l’uso di inquinanti (veleni, pesticidi, gas di scarico)
- Ridurre i consumi e gli sprechi (acqua, cibo, energia…)
- Smaltire correttamente i rifiuti
- Promuovere l’incremento di aree verdi ovunque possibile e una corretta gestione del verde pubblico, vigilando sull’operato delle Istituzioni locali (spesso molte amministrazioni continuano a “capitozzare” gli alberi danneggiandoli irrimediabilmente, a potarli in periodo di nidificazione distruggendo intere nidiate, a praticare disinfestazioni con prodotti tossici. Si tratta di pratiche costose, pagate con soldi pubblici, ma che hanno conseguenze negative anziché benefiche e che non seguono le normative internazionali e nazionali)
- Consentire lo sviluppo delle erbe e delle piante spontanee, con relative fioriture e tutelare gli alberi vetusti, fonte di riparo e risorse per molti organismi
- Favorire la creazione di corridoi ecologici per la fauna selvatica
- Limitare l’inquinamento acustico e luminoso
- Imparare a condividere gli spazi urbani con le altre specie animali selvatiche, e proteggere i siti di riproduzione. Se possibile installare nidi artificiali per uccelli, rifugi per pipistrelli e invertebrati, chiedendo il parere di naturalisti e tecnici ambientali.
- Rivolgersi ad esperti per risolvere problemi di convivenza con specie “indesiderate” o “problematiche”.
- Limitare il disturbo e la predazione degli animali domestici e d’affezione (come cani e gatti) sulla fauna selvatica
- Applicare i principi dell’edilizia sostenibile e limitare l’impatto negativo che alcune “trappole involontarie” hanno sulla fauna selvatica (ad esempio le vetrate degli edifici, i pannelli trasparenti lungo le infrastrutture di trasporto, i cavi aerei, le pale eoliche, contro cui si schiantano gli uccelli, canali, vasche e piscine i cui annegano anfibi, rettili e piccoli mammiferi).
- Non introdurre specie esotiche
- Svolgere attività di volontariato, divulgazione e sensibilizzazione
- Partecipare a progetti di biomonitoraggio e censimento in Citizen Science come questo!
LA FAUNA URBANA (e peri-urbana)
Per fauna urbana si intendono le specie di animali selvatici che vivono in città (esclusi quindi gli animali domestici d’allevamento e d’affezione). Nelle città sono presenti specie flessibili e generaliste, in grado cioè di adattarsi ad ambienti diversi modificando le proprie abitudini alimentari e i ritmi di attività (gazze, cornacchie, volpi ecc), ma anche animali che vi soggiornano temporaneamente perché trovano condizioni idonee per riprodursi (come nel caso di Rondoni, Rondini e Balestrucci, oggetto del presente monitoraggio).
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foto di Paolo Taranto “Fotografia Naturalistica”
Bibliografia
Attorre F, Bruno F (2020), Servizi ecologici e valore economico degli spazi verdi urbani in “La gestione della natura negli ambienti urbani” pp. 170-178.
Alexys A. Alvey (2006), Promoting and preserving biodiversity in the urban forest. Urban Forestry & Urban Greening 5:195-201.
Dinetti M (2009), Biodiversità Urbana conoscere e gestire habitat, piante e animali nelle città, Tipografia Bandecchi & Vivaldi, Pontedera.
Dinetti M. 2017. Il verde e gli alberi in città. Documenti Lipu per la Conservazione della Natura n. 2. pp. 52.
Kaplan, R. S. Kaplan, 1989. The experience of nature: A psychological perspective. New York: Cambridge University Press.
Kaplan, R. 2001. The nature of the view from home: Psychological benefits. Environment and Behavior, 33, 507-542.
Savard JPL et al (2000), Biodiversity concepts and urban ecosystems. Landscape and Urban Planning 48:131-142.
https://www.iucn.org/regions/europe/our-work/biodiversity-conservation/european-red-list-threatened-species
UNEP, 2007. The Urban Environment Newsletter, Settembre 2007.
Cap.2_Biodiversit%C3%A0.pdf