RONDONI
(Apus apus - Apus pallidus - Tachymarptis melba)
I Rondoni sono un gruppo di uccelli migratori di piccole dimensioni e insettivori (si nutrono di insetti alati, come mosche, zanzare, imenotteri, afidi, ma anche di artropodi, come i ragni, i cui stadi giovanili vengono trasportati dal vento). Nel mondo esistono molte specie di rondoni, 3 delle quali nidificanti anche in Italia: il rondone comune (Apus apus), il rondone pallido (Apus pallidus), e il rondone maggior o alpino (Tachymarptis melba).
CARATTERISTICHE GENERALI E MORFOLOGIA
I rondoni sono specie sociali (tendono a formare colonie), monogame e abitudinarie, cioè fedeli al proprio partner e al sito di nidificazione, in cui tornano ogni anno per riprodursi. Vengono spesso confusi con rondini e balestrucci ma a ben vedere si tratta di uccelli molto diversi. I rondoni appartengono all’ordine degli Apodiformi, famiglia Apodidae, genere Apus. Questo nome deriva dal greco a-pous = “senza piedi”, in riferimento alla particolare conformazione anatomica delle zampe, molto corte (non visibili in volo) e con tutti e 4 gli artigli rivolti in avanti, utili per aggrapparsi e arrampicarsi sulle pareti ma non a posarsi a terra o su rami e cavi elettrici (a differenza di rondini e balestrucci). Si tratta infatti di animali specializzati per la vita aerea: vivono, mangiano, bevono, dormono e si accoppiano in volo, senza mai toccare il suolo. La loro unica parentesi “terrestre” avviene durante la stagione riproduttiva. Per questo motivo hanno un corpo compatto e aerodinamico, collo e becco corti, coda corta e biforcuta, e sono dotati di due lunghe e potenti ali a falce, con cui raggiungono in volo velocità medie di circa 90 km/h con punte di oltre 200 km/h in picchiata.
Il rondone comune e quello pallido presentano un colore del piumaggio completamente scuro, che va dal nero opaco nel rondone comune al grigio fumo-marroncino nel rondone pallido, a eccezione del sottogola bianchiccio (più esteso ed evidente nei giovani). Il rondone maggiore o alpino si contraddistingue da queste 2 specie per le dimensioni decisamente maggiori (circa il doppio) e per un piumaggio grigio-marrone sul dorso e bianco nel sottogola e nel ventre (diviso da una banda scura). Tutte e 3 le specie di rondoni italiani non presentano dimorfismo sessuale, cioè i maschi e le femmine non mostrano differenze nell’aspetto, sono esteticamente uguali.
ECOLOGIA E COMPORTAMENTO RIPRODUTTIVO
I rondoni arrivano nelle nostre città tra fine Marzo e Aprile, all’inizio della primavera che segna l’inizio del periodo riproduttivo per queste specie, che necessitano di climi caldi per trovare gli insetti di cui si nutrono. Qui il rondone comune sosta fino a Luglio, porta a termine 1 covata e riparte velocemente verso il luoghi di svernamento in Africa, a Sud del Sahara. A differenza del rondone comune, il rondone pallido tende a trattenersi fino a Ottobre-Novembre e fare 2 covate. Per questo motivo, se avvistiamo un rondone fra Agosto e Novembre possiamo dire che si tratta quasi sicuramente di un rondone pallido. Anche il rondone alpino tende a trattenersi un po’ di più nei nostri territori, se il clima lo consente, e solitamente porta a termine 1 covata (più raramente 2). Il primo periodo della loro permanenza nelle nostre città è dedicato alla ricerca e sistemazione dei nidi, segue la deposizione e incubazione (a opera di entrambi i partner) delle uova, 2 o 3, che si schiudono dopo 21 giorni circa. I genitori provvedono ad alimentare i piccoli tramite boli contenenti centinaia di insetti, più volte al giorno per circa 35-40 giorni. Alla fine del loro sviluppo i piccoli smettono di accettare il cibo dai genitori e diventano sempre più irrequieti dentro il nido finché un giorno si lanciano nel vuoto per spiccare il volo! [Questi comportamenti vengono mostrati anche quando vengono soccorsi e svezzati in cattività, e indicano che il rondone è pronto per essere liberato] I giovani rondoni condurranno una vita interamente aerea finchè non saranno pronti per riprodursi a loro volta, dopo il 2° anno di età.
NIDIFICAZIONE: Originariamente i rondoni nidificavano in falesie, grotte, scogliere, pendii rocciosi (ancora frequentati dai rondoni maggiori) o in ambienti forestali dentro cavità di vecchi alberi, ma con la scomparsa degli habitat naturali e l’avanzare delle città questi animali hanno trovato riparo prevalentemente nelle fessure e nei buchi degli edifici. Per tale motivo la sopravvivenza di queste specie è adesso legata ad alcune particolarità architettoniche che caratterizzano i nostri centri urbani. A differenza di rondini e balestrucci i loro nidi sono interni, mai esposti o esterni, perché collocati all’interno di cavità:
- Tegole a coppo
- Buche pontaie
- Infissi
- Solai
- Cassonetti degli avvolgibili e tapparelle
- Fori di ventilazione nei muri
- Interstizi in moderni prefabbricati
→ Queste cavità sono importanti non soltanto per la sopravvivenza dei rondoni ma anche perché fungono da riparo per numerose altre specie sinantropiche come piccoli passeriformi, pipistrelli, lucertole, gechi, falene ecc…Per tale motivo possiamo considerare i rondoni una “specie ombrello”, cioè la loro tutela aiuta a proteggere molte altre specie, e “bandiera” della biodiversità urbana!
Rondone che esce da un foro nel muro
Rondone all’ingresso di una buca pontaia (foto di Mauro Ferri)
Rondoni nel nido all’interno di una buca pontaia (foto di Roberta Borio)
Rondone entra nel nido sotto le tegole (foto di Giuliana Pulvirenti)
Rondoni pallidi che riposano in un nido nel cassone di un avvolgibile (foto dalla cam di Via Gioia, Milano, progetto SOS Rondoni)
Rondone che entra in un nido situato all’interno di reti anticaduta detrito al 7° piano di un palazzo moderno di Acireale (sequenza di frames video_ Giuliana Pulvirenti) ⇒ Si tratta di un sito di nidificazione atipico, per approfondimenti: https://rondoniacireale.wordpress.com/2020/10/01/i-rondoni-di-acireale-al-cioxx/
INDICAZIONI PER LE OSSERVAZIONI
⇒I rondoni sono visibili soprattutto la mattina presto fra le 6:30 e le 10:30 e nel tardo pomeriggio fino al tramonto. In queste ore è facile vedere i rondoni che tornano a bassa quota e si infilano nelle fessure degli edifici ai piani alti o sotto le tegole dei tetti, e così scoprire dove hanno fatto il nido!
Se vedi un edificio molto frequentato dai rondoni (colonia) prova a capire quanti nidi ci sono e segnalacelo!
APPROFONDIMENTI:
LE 3 ONDATE DEI RONDONI COMUNI:
Recenti studi condotti in Svizzera con il metodo dell’inanellamento dei nuovi nati di una colonia artificiale monitorata (ogni generazione è stata inanellata con un colore identificativo), hanno permesso di approfondire le dinamiche legate alla migrazione e alla riproduzione di questi straordinari uccelli. Sebbene i risultati siano relativi alla colonia esaminata (e quindi le tempistiche potrebbero variare, a seconda della latitudine e dell’altitudine del sito, da Paese a Paese), da queste ricerche emerge che i primi ad arrivare fra Aprile e metà Maggio sono i “riproduttori”. Segue una seconda ondata fra metà Maggio e metà Giugno, composta da individui sub-adulti di 2 o 3 anni d’età, detti “sfioratori” e “colonizzatori”, che esplorano gli edifici colonizzati dai riproduttori “sfiorando” l’ingresso dei nidi attivi, perchè alla ricerca di cavità libere, che possano ospitarli nei prossimi anni, quando anche loro saranno pronti per riprodursi. Questi subadulti si riconoscono all’osservazione per la riluttanza a entrare nelle cavità (a differenza dei riproduttori che vi entrano subito e senza alcun indugio). La terza ondata, da metà Giugno in poi, comprende giovani di 1 anno d’età, che si comportano come gli sfioratori.
STADI DI SVILUPPO:
Galleria foto Tachymarptis melba
Rondone maggiore o alpino (Tachymarptis melba)
• Morfologia: Si distingue facilmente dagli altri rondoni per le dimensioni maggiori (circa il doppio) e la colorazione del piumaggio: grigio scura sul dorso e completamente bianca su ventre e gola.
• Habitat: Più raro in Italia rispetto alle altre 2 specie di rondoni, è solito nidificare in piccole colonie in cavità di edifici alti, ponti, cavalcavia.